immagine di copertina
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TITO CAMALEONTE ARDITO

 

testo e immagini di Paola Fonticoli 1999 (Tutti i diritti riservati)

 

Libro per bambini (dedicato alle sue nipotine Marta e Paola). Tavole originali acquisite dalla Biblioteca Civica di Merano/OPLA’ - Archivio del libro d’artista per bambini, in collaborazione con le Edizioni Corraini di Mantova

 

 


Questa è la storia di Tito,

camaleonte ardito,

che non avendo altro da fare,

decise che sarebbe andato al mare.

 


Prendi le pinne, prendi il boccaglio,

in meno di un’ora

aveva pronto il bagaglio,

e con gran soddisfazione

si avviò alla stazione.

 


Ma un camaleonte,

seppure ardito,

è raro che prenda il treno..

così.., inosservato...

 

 

È bene dunque sapere

che Tito era alquanto furbo

(in stazione, infatti,

ci arrivò con un turbo).

 


Ma il treno, uh! È un’emozione:

tutta quella gente,

quella gran confusione!!

 


E il biglietto?

“Non è mio appannaggio,

lo è di chi mi darà un passaggio.”

 

 

 


Steso su una spalla

o appiattito su una schiena

si trovò pure su una vecchia

“veduta di Siena”.

 


Mentre un soffice vestito fantasia

gli ricordò vagamente una vecchia zia

(da parte di madre..., ma questo non c’entra un gran che!).

 


C’è però da dare un ultimo dato:

Tito è sì ardito ma è pur sbadato.

 

Cosicché, invece del mare,

fino in Cina si trovò ad andare.

 


Ora sta lì come un Pascià sul cuscino,

anche se meglio sarebbe dire Mandarino...

 

Mangia riso, soia e baccalà

sta fermo un po’ lì ma poi va di là.

 


Questa è la storia di Tito,

ardito sì ma un po’ sbadato:

per il mare era partito

ed in Cina si è trovato.