"Paola Fonticoli opera nel campo della pittura attraverso forme astratte che costruiscono costellazioni disegnate di forze autosignificanti. L'immagine è il portato di un sistema di relazioni tra segni di diverso spessore. Lo spazio è un campo dinamico e nello stesso tempo frenato, entro cui lavorano forme bidimensionali e tridimensionali che rappresentano epifanie visive di una grande energia interiore e spirituale. Questa infatti è il motore che scava dentro la superficie fino a fondare architetture propulsive in avanti ed alvei protettivi"
ACHILLE BONITO OLIVA
"Progetto dolce - Nuove forme dell'Arte Italiana"
Nuova Prearo Editore - Milano 1986
"(...) Non sempre le immagini sono prodotte dall'immaginazione, e questo Paola Fonticoli lo sa, ma in lei l'immaginazione è come se diventasse una realtà evidente in se stessa, con tutta l'evidenza della rivelazione, stesure sensibili, senza nessun impedimento della memoria, dell'associazione, della nostalgia, della leggenda, del mito. (...)"
FRANCESCA ALFANO MIGLIETTI
Estratto dal testo in catalogo "INDEX 2" - Galleria d'Arte Moderna di Paternò 1988
"(...) Due sono i poli di riferimento entro cui si muove il lavoro di Paola Fonticoli: da un lato è la primarietà antropologica, radicale, di un fare che trova in se stesso le proprie motivazioni, e gli statuti di necessità, riflettendo in modo sia implicito sia esplicito, su quanto proprio le culture primitive - meglio, quelle che la cultura occidentale è avvezza a chiamare tali - hanno lasciato come filigrana della stessa idea nostra di esperienza. Dall'altro, è un rapporto lucido, analitico, e insieme, affettivo, con certe esperienze della modernità che proprio sul fare qualitativo - senza equivoci d'avanguardismo, di sperimentalismo e progressività tecnica come "genere" artistico - hanno fondato una via cruciale nel nostro secolo (...)"
FLAMINIO GUALDONI
Estratto dal testo in catalogo della mostra personale alla Sawai Keyko Gallery - Kyoto (Giappone) 1991
"Di nuovo, anzi sempre, la superficie è la condizione suprema, il luogo profondo dove le immagini di Paola Fonticoli (1961) hanno a disposizione colori magici per fermare il tempo ed essere spazi senza fine e senza uguali. Le armonie e gli equilibri della forma sono inghiottiti dalla superficie che li rende tangibili per il puro piacere di vederli, attraverso contorni, linee, direzioni sempre sospese. Le immagini hanno la purezza essenziale della luce e della tenebra, evocano ritmi di rara precisione formale, somigliano alla vera poesia. Esse sono energie non percepibili con i soli sensi ma con la totalità dell'essere: dentro la superficie, la vita del colore infonde ad ogni singolo elemento la posizione giusta. La pittura di Paola Fonticoli sfida il futuro con l'arma dell'incanto (...)"
CLAUDIO CERRITELLI
"Volontà di pittura - Sulla ricerca dei giovani pittori (1990-2000)" presente nel volume "Figure astratte - Esperienze internazionali della pittura aniconica" di G. M. Accame - Campisano Editore 2001
"Nella ricerca di Paola Fonticoli è una tensione all'essenza delle cose regolata da una sorta di geometria personale. Ogni lavoro è frutto di calcolo, di osservazione, di tentativi, di un lavorio fitto e ostinato, anche se tutto appare naturale. Nel mondo in cui viviamo tutto parrebbe visibile, tutto ci viene rivelato con il linguaggio sempre più chiassoso di immagini gratuite, volgari, spesso inutili. Qui invece si tende al non visibile. L'occhio deve essere attento a cogliere i meccanismi, le relazioni tra le diverse parti. E' necessario un avvicinamento, concentrazione. Nulla di sacrale, solo un invito a una pausa. (...)"
ANGELA MADESANI
Estratto dal testo in catalogo "Spazi paralleli" - Galleria Spaziotemporaneo - Milano 2008
Conversazione con Paola Fonticoli
di ELISABETTA LONGARI
ACADEMY of fine arts - anno 2012 - N°12
" (...) La pittura di Fonticoli non pratica soluzioni definitive e ultimative, ma diventa soglia per un divenire differente dello spazio, del tempo, del pensiero... indirizza continuamente la conoscenza a ordini e gradi superiori. Un interrogativo, quello proposto dalle sue opere, che si spinge sempre oltre, quindi, e, allontanando l'ipotesi di ogni risposta finale, resta sempre accennato, perché l'immagine sa che mai raggiunge il fondo della postulazione che l'ha formata. Immediatamente le allusioni si amplificano in altre nuove e acute domande che allargano l'orizzonte di una pittura che pare volersi ritrarre nella sparizione. (...)"
MATTEO GALBIATI
Estratto dal testo in catalogo "Meccaniche della Meraviglia 9" - Hotel Laurin - Salò (BS) 2013
" (...) Sulla superficie della carta prende corpo il ritmo delle forme che oscillano sullo schermo della memoria, sono icone che alitano nel divenire delle atmosfere ventose che Fonticoli inventa con quella "abilità di soffio e fantasia" che Crivelli ha suggerito come condizione necessaria per far vibrare lo spazio. Lo sguardo della pittura si congiunge con il seme della natura generando visioni "d'aria sottile e vibrante", forme vaganti tra la terra e il cielo, essenze vegetali, organismi viventi, gocce d'immaginazione che fanno germogliare altri mondi possibili, magicamente in bilico tra realtà e astrazione. (...)"
CLAUDIO CERRITELLI
in occasione della mostra personale "Storia della Pera Cangura - omaggio a Rino Crivelli" - Studio Masiero - Milano 2014
" (...) quel che subito ci colpisce è la pulizia, l'essenzialità della sua ricerca che mira a restituire la sintesi di un percorso molto sorvegliato, condotto per "sottrazione" per arrivare a dar senso e profondità al vuoto. (...) Sono quasi tutte "senza titolo" le sue composizioni, perché ciascuno di noi può sentire e interpretare differentemente i vuoti e i pieni, le luci (le carte rilevate) e le ombre (il riflesso sul foglio base), trovare rifugio in un proprio spazio mentale, che non ha nulla in comune con lo spazio reale, caotico, disordinato e produttore di ansie e di stress. (...)"
SUSANNA ZATTI
Estratto dal testo in catalogo della mostra collettiva "INCROCI - Opere e Libri d'artista" - Spazio per le Arti contemporanee del Broletto/Pavia - Biblioteca Salita dei Frati/Lugano 2018
" (...) Comunque li si voglia definire, figure astratte o astrazioni figurali, questi collages hanno movenze calibrate, ogni immagine si collega all'altra per affinità e contrasto. Ambivalente è il divenire delle forme in sé concluse, eppure aperte a reciproci magnetismi, algido affiorare di masse e svuotamenti, pesi e leggerezze, slittamenti e sovrapposizioni, talvolta con piccoli fori dove l'occhio si concentra mirando l'oltre. (...) divertimenti immaginativi che evocano le risonanze dell'infanzia, desiderio di accentuare le analogie corporee tra l'astratto e il figurale: favole di carta libere di attingere alle fonti della memoria, alitando nello spazio come orme di luce interiore."
CLAUDIO CERRITELLI
in occasione della mostra personale "F-ORME" - Studio Masiero - Milano 2018
" (...) La griglia definitoria articolata da Calvino per tracciare un percorso di analisi letteraria, ma io direi artistica, segue una logica stringente e una climax ascendente, una sequenza di parole chiave che ben si attaglia alle opere di Paola Fonticoli.
Leggerezza/Rapidità/ Esattezza/Visibilità/Molteplicità/Coerenza
(...) E' così che i suoi lavori si raccontano, diventano fabula, palinsesto di una storia in cui le sequenze narrative si dispongono lungo passaggi circolari oppure ondivaghi, raramente lineari. La superficie non è unica, si addensa su poli esplorativi, centri di avvio e di arrivo, sfuggendo a scontate logiche prospettiche, scandisce un nuovo modo di interpretare i volumi e la profondità.
(...) L'alfabeto di Paola, inteso come costanti segniche, è esplicitarsi di una coerenza interiore che diventa esteriore e che non ammette cedimenti, è una coerenza che rivendica fedeltà al suo mondo e al mondo."
FLAVIA CELLERINO
in occasione della mostra personale "Geometrie emotive" - Hyunnart Studio - Roma 2019
(...) I lavori più recenti dell'artista - paesaggi mentali e dell'anima fugaci come la materia cartacea di cui sono fatti e indelebili come le scie del tempo vissuto e gli indizi di quello a venire - ti invitano con gentile fermezza ad assumere una postura sensoriale complessa, mai univoca e di sicuro non unidirezionale. Qui, per vedere, devi innanzitutto ascoltare, tastare, scortecciare il già visto, rimemorare, dubitare, interrogare, guardare, girare intorno, ri-guardare, avvicinarti, allontanarti, cambiare angolo visuale. E, innanzitutto, accettare non la vaghezza ingannevole dell'ombra, ma la sua solidità, il suo esserci casa.
Paola Fonticoli disegna contorni netti e permeabili - un paradosso che è proprio l'ombra a consentire, proponendosi come zona mai statica del possibile, allusione al processo incostante del divenire - e lo fa tagliando e unendo, accostando forme e colori come a sottolineare che solo la disparità e la dissonanza mettono in relazione. Le sue "Stanze" di carta rigorosamente contenute in piccole scatole orfane sono microinstallazioni che sembrano avere luogo alla periferia dello sguardo. (...)
MARIA NADOTTI
Estratto dal testo in catalogo della mostra personale "STANZE" - Art Studio Finestreria - Milano 2024